ARTE MI SIA

2022

SINOSSI

“ARTE MI SIA” è una produzione teatrale su Artemisia Gentileschi, la più famosa tra le pittrici del ‘600. Il testo racconta il dramma dello stupro vissuto dall’artista e del processo durante il quale Agostino Tassi, il suo violentatore, fu condannato per il suo crimine nel Novembre del 1612. Il tema della violenza di genere viene sottolineato dalla storia della pittrice ed estrapolato secondo una visione non prettamente storica, evidenziando alcune dinamiche, come la difficoltà nel denunciare o il disagio per il non essere creduta, tematiche fondamentali anche per il confronto con la società odierna. Lo spettacolo si apre con Artemisia che, subito dopo esser tornata a casa dopo la sentenza in tribunale, inizia un nuovo processo, il più importante, quello con se stessa. La sua personalità si snatura in tre forme, quelle delle tre protagoniste: tre linee temporali che rappresentano le tre fasi del dramma della pittrice, dallo stupro avvenuto nel Maggio 1611, all’ultimo rapporto sessuale e successiva denuncia avvenuta nel Febbraio del 1612, fino ad arrivare alla vittoria del processo nel Novembre dello stesso anno, periodo temporale in cui si svolge la vicenda narrata. La violenza diventa così una colpa, un’espiazione e infine una liberazione: Artemisia è la testimone, la difesa e l’accusa di questo processo nel quale lei è l’unica a poter dire l’ultima parola.

TEMI PRINCIPALI

Le tre versioni di Artemisia rappresentano un viaggio attraverso il ricordo che ha come scopo l’espiazione. A ognuna delle tre personalità si vede quindi affidato un tema: libertà, verità e giustizia. Artemisia si trova ad affrontare anche i propri demoni interiori raffigurati da Tuzia, cara amica di Artemisia, che, con suo grande sconcerto, avrà un ruolo fondamentale nella drammatica vicenda che si va a narrare, Agostino Tassi, autore della violenza e figura inquietante, al quale si contrappone, come arma di difesa e di confronto la figura di Orazio Gentileschi, padre attento e premuroso, il quale emerge come una figura maschile positiva all’interno della performance. Nel corso nella vicenda narrata, queste tre figure che orbitano attorno al ricordo di Artemisia, permettono alle tematiche principali, libertà, verità e giustizia di intrecciarsi alla drammatica esperienza dell’artista: il tema della violenza sessuale è trattato con un realismo e una consapevolezza tali da far comprendere a pieno agli spettatori quanto pochi minuti possano decidere dell’intera vita di una persona, cambiandola con una rapidità brutale. Il rapporto con Agostino Tassi si delinea in un crescendo inquietante e opprimente: una perdita di terreno e di aria di cui la protagonista diventa progressivamente consapevole, ma, schiacciata dalla situazione, non può fare nulla per contrastarla. La tensione e la preoccupazione crescono sempre di più fino alla drammatica realizzazione dei sospetti e delle paure di Artemisia, una tragedia umana che, seppure preannunciata viene sottovalutata. In questa prospettiva, l’artista è sola ad affrontare i propri drammi e realizzare le proprie consapevolezze, nei quali è completamente alla deriva. Tuttavia, la solitudine della vittima diventa, in breve tempo, voglia di riscatto: questa si manifesterà dapprima nella volontà di Orazio di denunciare il Tassi, poi nella forza che la stessa Artemisia utilizzerà per rivendicare la propria libertà, la propria dignità e la possibilità di decidere per sé, anche a costo di subire nuove violenze, calunnie, giudizi. La figura di Artemisia, quindi, si staglia al centro della scena in tutta la sua fierezza: la fierezza di una donna che riesce a trasformare quella violenza di cui è stata vittima in una forza che la guida sulla strada dell’arte. Dalla brutalità nasce il riscatto; dal riscatto nasce la consapevolezza; dalla consapevolezza nasce l’arte. Le tematiche narrate si concretizzano nelle tre “apparizioni” di Artemisia Gentileschi, che appaiono volutamente indefinite, senza spazio e senza tempo: in questo modo lo spettacolo risponde a un obiettivo e a una necessità ben precisa, cioè accompagnare il pubblico verso una riflessione su tematiche ben presenti nella nostra società.

RICERCA E PUBBLICO

Scritto da Morgana e Davide Petruzzella, il testo inedito “ARTE MI SIA” nasce dall’esigenza di raccontare ciò che viene definito come il primo processo per stupro della storia, reinterpretando la vita di Artemisia Gentileschi e mettendo in primo piano il suo essere donna e artista in una società patriarcale. Il lavoro si articola da un lato su uno studio approfondito delle conseguenze che una violenza ha sulla psiche di una donna, dall’altro lato si sviluppa attraverso un’analisi bibliografica sulla vita della pittrice e sul processo che l’ha riguardata. La prima fase di studio è stata guidata dalla psicologa e psicoterapeuta Dott.ssa Gaetana Sgherza, grazie alla cui preziosa collaborazione si è potuto esaminare a fondo tutte le dinamiche che vivono le vittime di violenza di ogni genere. Lo studio ha poi previsto la consultazione di due testi: “Lettere precedute da Atti di un processo per stupro” di Artemisia Gentileschi a cura di Eva Menzio e di “Artemisia” di Anna Banti. La visione dello spettacolo è consigliato ad un pubblico con età maggiore di 14 anni per temi trattati e linguaggio esplicito.

Durata dello spettacolo:  45 min.